La prima tappa del percorso artistico di
Giuseppe Montanari (1899-1976) si colloca negli anni '20 del secolo scorso. Il pittore condivise allora le istanze di Novecento, la corrente animata da Margherita Sarfatti. Fu il periodo della
classicità moderna o, per dirla con Sarfatti, del ritorno a una
tensione epica nella pittura italiana. Gli eroi dell'epos novecentista erano persone comuni, come "La Madre" o la "Portatrice d'Acqua" che Montanari dipinse proprio in quegli anni. La seconda tappa coincide con l'avvento del Chiarismo lombardo. Quasi in opposizione a Novecento, i Chiaristi appiattirono i volumi eliminando il chiaroscuro. Tralasciato il disegno, creavano forme soltanto con il colore, caricavano di luminosità i toni e abolivano il nero, come gli Impressionisti. D'ispirazione chiarista è l'opera qui proposta. E' un olio su tela applicata al cartone, firmato e datato in basso a sinistra e controfirmato al verso. Il quadro è intitolato
Chioccia. Significativo è l'anno di esecuzione: il 1944. Dimenticata la pittura "epica" degli anni '20, superata la fase degli affreschi celebrativi del fascismo (fine anni '30), Montanari sembra qui rifugiarsi in un mondo minuscolo ma rassicurante, riparato e lontano dalla crudeltà della guerra. L'opera misura 58x48 cm cm. ed è collocata in una cornice di 77x66 cm.
PREZZO: 600 €
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