Nella storia della religione cristiana un posto di rilievo spetta alle reliquie, specialmente a quelle associate alla vita e alla passione di Gesù Cristo. Fin dal Medioevo i fedeli venerano i Sacri Chiodi, le Sante Spine, la Sacra Sindone e altri oggetti che si reputa siano stati a contatto col Figlio di Dio. Tra questi oggetti c'è anche il Sacro Catino. La sua storia iniziò ai tempi della prima Crociata, quando i soldati della spedizione genovese parteciparono all'assedio di Cesarea. Si racconta che il loro comandante, Guglielmo Embrìaco, durante la razzia seguita alla conquista della città rinvenne il Sacro Catino ovvero il piatto in cui Gesù mangiò durante l'Ultima Cena. Era una raffinata stoviglia fatta di un materiale traslucido e verde che, a lungo, fu creduto essere smeraldo. Nel 1101 Embrìaco la portò a Genova dove tuttora si trova, collocata nel Museo del Tesoro della cattedrale di San Lorenzo. Era il 1726 quando, per la prima volta, la vicenda della preziosa reliquia fu narrata per esteso. Quell'anno lo stampatore Giovanni Franchelli di Genova pubblicò un volume in ottavo intitolato
Il Catino di smeraldo orientale. Autore del testo è Gaetano da Santa Teresa, membro dell'ordine degli Agostiniani Scalzi. Nei sottotitoli del frontespizio il libro è definito "Opera istorico morale, arricchita di cognizioni e dottrine profittevoli a' studiosi e grate agli amatori dell'antichità". Sono 308 pagine di narrazione appassionata ma, anche, metodicamente supportata da citazioni, rinvii bibliografici e note a margine del testo. E' qui proposto un esemplare del
Catino di smeraldo orientale nell'edizione del 1726, con copertina coeva in piena pelle e dorso a 5 nervi con fregi dorati. Manca la tavola che raffigura la reliquia. Difetti: fioriture nel frontespizio e in poche altre pagine; qualche macchia di umidità; usure e piccole lacune nella copertina. Cliccare
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PREZZO: 200 €
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